I costi sociali insostenibili degli allevamenti

https://ilmanifesto.it/allevamenti-i-costi-sociali-insostenibili/r/xo9Gazt06oA-wNyeLuctM

La proposta di legge per mettere fine alle grandi aziende agro-zootecniche si accompagna a una analisi dei costi per la salute e per l’ambiente

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

L’oro nero che avvelena Falconara

https://ilmanifesto.it/loro-nero-che-avvelena-falconara-marittima/r/BVUIFcDTopwemm5TAfr8d

articolo disponibile per una settimana….

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Shein, il lato oscuro della moda

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/shein-lato-oscuro-re-fast-fashion-lavoratori-schiavi-tessuti-tossici-inquinamento/55bd7870-56f4-11ee-a17f-69493a54d671-va.shtml

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Kamut, il «grano del faraone» che non la racconta giusta | il manifesto

https://ilmanifesto.it/kamut-il-grano-del-faraone-che-non-la-racconta-giusta/r/N0rWPE8R-I9GjhshjlC0c

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

La sovranità alimentare non è sinonimo di autarchia | il manifesto

Barbara Nappini

Non è un’opinione, né qualcosa da sottovalutare o strumentalizzare: la sovranità alimentare è un diritto dei popoli, definito e promosso da convenzioni e organizzazioni internazionali.Nell’aprile 2008, l’International Assessment of Agricultural Science and Technology for Development (IAASTD), panel intergovernativo con il patrocinio delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale, la definisce come “il diritto dei popoli e degli Stati sovrani a determinare democraticamente le proprie politiche agricole e alimentari”. Ma il concetto di sovranità alimentare è lanciato per la prima volta dal movimento internazionale Via Campesina, un’organizzazione di agricoltori fondata nel 1993 a Mons, in Belgio, formata da 182 organizzazioni di 81 paesi: “un movimento internazionale che coordina le organizzazioni contadine dei piccoli e medi produttori, dei lavoratori agricoli, delle donne rurali e delle comunità indigene dell’Asia, dell’Africa, dell’America e dell’Europa”.UNA REALTÀ CHE SI PONE in antitesi al modello neo-liberale di globalizzazione delle imprese: infatti, il concetto di sovranità alimentare che propone Via Campesina prevede un legame indissolubile tra cibo e politiche del cibo, produzione agricola, ecosistemi, territori e comunità che quei territori li abitano, la loro cultura e identità. La sovranità alimentare è strettamente legata alla biodiversità e valorizza il lavoro legato alla produzione alimentare nel mondo, spesso svilito e nascosto.UN CONCETTO QUANTO mai attuale oggi che ci riguarda tutti: non a caso da molti anni Slow Food si occupa di sovranità alimentare, supportando e promuovendo in tutto il mondo i sistemi locali del cibo, fortemente legati ai territori, basati sulle connessioni, sulle comunità, in grado di combattere lo spreco alimentare, di valorizzare la produzione di piccola e media scala e di proteggere la biodiversità! Sistemi di produzione a bassi input esterni e ad alto tasso di competenze, creatività e buone pratiche.NEL 2014 UN RAPPORTO della Fao calcolava che nove su dieci dei 570 milioni di aziende agricole nel mondo erano aziende a conduzione familiare e producevano approssimativamente l’80% del cibo mondiale. Eppure questo tipo di agricoltura viene tutt’oggi narrata come “alternativa”. C’è un lavoro importante da svolgere sulle narrazioni e sulle parole: quando abbiamo iniziato a riflettere sull’edizione 2022 di Terra Madre Salone del Gusto – l’evento che ogni due anni chiama a raccolta il mondo della produzione alimentare internazionale di piccola e media scala – abbiamo deciso di darci il tema della “rigenerazione”: subito dopo abbiamo pensato che, prima di ogni altra cosa, fosse urgente una rigenerazione del pensiero e quindi del linguaggio: affinché anch’esso sia al servizio della verità e non degli interessi specifici di alcuni. Perché è proprio questo il punto: il bene comune o il privilegio di pochi.SOVRANITÀ ALIMENTARE non è sinonimo di autarchia: è il diritto dei popoli a determinare le proprie politiche alimentari senza costrizioni esterne legate a interessi privati e specifici. È un concetto più ampio e complesso che sancisce l’importanza della connessione tra territori, comunità e cibo e pone la questione dell’utilizzo delle risorse in un’ottica di bene comune in antitesi a un consumo scellerato per il profitto di alcuni.Non a caso, nell’ambito del piano quadro europeo del “Green Deal”, la strategia “Farm to Fork”, pubblicato dalla Commissione Europea e approvato dal Parlamento nell’ottobre 2022, che si prefigge di approdare in dieci anni a un sistema alimentare equo, sano, sostenibile, ha trovato da subito una decisa opposizione da parte di lobby delle aziende agricole industriali, da un certo numero di deputati conservatori e dalle multinazionali dell’agroindustria, adducendo la motivazione di un calo nella produzione di cibo. Ma sappiamo bene che un terzo del cibo prodotto viene sprecato. E con quel terzo sfameremmo 4 volte il quasi miliardo di persone che non ha regolare accesso al cibo.ALLORA STABILIAMO DUE punti fermi: il primo è che non dobbiamo produrre di più ma meglio, costruire un sistema equo di produzione e distribuzione, ma anche economico e sociale. Il secondo: si muore di fame per povertà non per scarsità. Si muore di fame perché si è poveri. La fame è il diritto negato alla sopravvivenza e diretta conseguenza del diritto negato a determinare le proprie politiche alimentari al fine di garantire accessibilità, salubrità, adeguatezza di un cibo dal punto di vista ambientale, nutrizionale e culturale.L’ATTUALE MODELLO produttivo agroindustriale ha disvelato i suoi limiti e è il primo a dover esser messo in discussione se vogliamo immaginare e disegnare una prospettiva che consegni al futuro prosperità ed equità. La tutela del suolo, della biodiversità e delle risorse è una questione storica, identitaria, legata alle economie, ai territori e alle comunità, è questione di diritti umani e riguarda, in definitiva, il diritto delle comunità stesse ad esistere.*Presidente di Slow Food ItaliaPubblicato un giorno faEdizione del 23 ottobre 2022Leggi e diffondiScopri la membershipIl manifesto del manifesto – i nostri valori, la nostra storia

La sovranità alimentare non è sinonimo di autarchia | il manifesto

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Cosa fa la finanza etica durante una guerra

Quello che fa di solito: rifiuta ogni finanziamento alla produzione e al commercio di armi e alle aziende di paesi che violano i diritti umani

https://www.ilpost.it/2022/04/05/finanza-etica-guerra-in-ucraina/

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

S04E10 – Moda sostenibile

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Petizione · Reddito alimentare · Change.org

Due numeri: 2,7 milioni e 220mila tonnellate. Rispettivamente numero di persone in Italia a rischio fame e quantità di generi alimentari buttati via ogni anno dai soli supermercati nel 2020. L’emergenza alimentare continua quindi ad esistere, affiancata da un’emergenza spreco che non si riesce a risolvere.

https://www.change.org/p/parlamento-italiano-reddito-alimentare?fbclid=IwAR348uhdhb1r5kN64p2Ju5XVyLEphu_SjjyPUb-8vaqPKKYgr8MROQthEJ4

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Il nuovo spot del Parmigiano Reggiano diventa un boomerang: “celebra lo sfruttamento, è imbarazzante” – greenMe

Il nuovo spot del Parmigiano Reggiano diventa un boomerang: “celebra lo sfruttamento, è imbarazzante” – greenMe

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized

Take Action — #PayYourWorkers

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "amazon HO FATTO VESTITI PER AMAZON MA NON SONO STATA PAGATA #MakeAmazonPay ALLITSWORKERS WORK #PayYourWorkers"

Oggi, i lavoratori e le lavoratrici di Amazon.com in tutto il mondo si stanno unendo per rivendicare i propri diritti! Scioperi sono in corso in 20 paesi, anche in solidarietà con i lavoratori di Hulu Garment che sono stati truffati da Amazon per 3,6 milioni di dollari. 💸 I profitti di Amazon sono saliti del 220% durante la pandemia e ora è il più grande rivenditore online di abbigliamento e calzature negli Stati Uniti. Ha realizzato, solo nel 2020, 41 miliardi di dollari di profitti vendendo abbigliamento e scarpe. 👉 In questo Black Friday ci si aspettano almeno 9 miliardi di dollari di profitti. Se le tendenze dello shopping continuano, le vendite supereranno di gran lunga questa cifra! Il 24% di queste vendite avverrà attraverso Amazon. ‼️ Il potere e la ricchezza di Amazon dipendono interamente dal lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutto il mondo. I lavoratori, non Bezos, fanno funzionare il mondo di Amazon. In cambio, affrontano ovunque abusi e sfruttamento.👊 Questo deve finire. I lavoratori di Amazon vogliono una fetta della torta dell’#AmazonBlackFriday! 👉 Insieme a #MakeAmazonPay stiamo chiedendo all’azienda di garantire che tutti i lavoratori della filiera ricevano il loro pieno salario durante la pandemia e la liquidazione se perdono il lavoro. Inoltre vogliamo che Amazon si assicuri di proteggere i lavoratori da pratiche antisindacali. Costerebbe solo 10 centesimi in più a maglietta per assicurarsi che i lavoratori siano pagati per intero e Amazon può certamente permetterselo. 👊 Paga ai lavoratori di Hulu Garment quello che gli è dovuto! Dite ad Amazon.com#RespectLabourRight & #PayYourWorkers!

Lascia un commento

Archiviato in Uncategorized