è uscito il numero di febbraio 2011 di Altreconomia, che dedica la copertina, e un dossier di otto pagine, all’uso privatistico dell’Università italiana. La “legge Gelmini” approvata alla fine del 2010, con i suoi tagli, è solo l’ultimo tassello di una riforma avviata all’inizio degli anni Novanta. Banche e imprese sono “attori protagonisti” nel panorama dell’istruzione: controllano la ricerca, acquistano gli immobili storici e -in assenza di borse di studio- finanziano gli studenti a tassi di mercato.
Gli altri servizi spaziano dal tema dell’accoglienza ai rifugiati, che l’Italia ha saputo trasformare in un business milionario, mentre chi ottiene l’asilo è lasciato solo, a Israele, con un reportage sui cantieri dell’Alta velocità che attraverserà i territori occupati, dove abbiamo visto i macchinari di un’azienda italiana. È la Pizzarotti di Parma, che non ascolta le proteste della popolazione locale.
Conoscete “F2i”, il fondo onnivoro? Probabilmente no, ma è già nelle vostre case. Perché il Fondo italiano per le infrastrutture gestisce aeroporti, acquedotti, reti gas e autostrade. Dentro ci sono i “soliti noti”: grandi banche, fondazioni, gli istituti di previdenza delle professioni. Una fotografia che dà conto dell’influenza di F2i.